Un caffè con il docente: Michela Bonafoni

INTERVISTA PROF.SSA MICHELA BONAFONI – UNICOLLEGE MANTOVA

1) Prof. Ssa Michela Bonafoni, ci dica brevemente di lei: da dove viene, cosa ha studiato, di cosa si occupa adesso

Sono nata a Roma e mi sono laureata presso La Sapienza di Roma in Scienze della Moda e del Costume, con specializzazione in sociologia e comunicazione di Moda. Poi, la scelta di Londra è stata fondamentale per la mia formazione, soprattutto perché ho avuto l’opportunità di conseguire un Master in Fashion Communication & Marketing presso il Central St. Martins College. Dopo anni di esperienze nel campo della comunicazione e delle pubbliche relazioni, ho deciso di focalizzare la mia vita professionale nel comparto culturale del settore fashion, design e beauty, diventando una Cultural Advisor ed una Docente Universitaria nei comparti della comunicazione, del marketing e della sociologia. Insomma, una scelta che ad oggi mi rende ogni giorno più felice !

2) Quando ha realizzato che voleva diventare una Cultural Adivsor?

Fin dai banchi dell’università, se non prima e grazie all’incontro fortunatissimo di due grandi esperte del settore culturale dei fashion studies, Paola Colaiacomo, che è stata anche la mia relatrice di tesi, e Maria Luisa Frisa, grande guru della moda e della storia dell’arte. Quando parlo della mia formazione e professione dico sempre che sono state loro “ad aprirmi la testa e ad inserire cose dentro” e per cose, intendo ovviamente l’approfondimento culturale e di costume legato al mondo della moda vestimentaria: non smetterò mai di ringraziarle !!!

3) Quali sono 2 caratteristiche essenziali che una cultural advisor deve avere?

Curiosità nei confronti degli accadimenti del mondo e grande sensibilità verso le problematiche della società. Se ne posso aggiungere una terza: voglia instancabile di studiare ed approfondire, senza dubbio !!!

4) Ci racconti un’esperienza/caso memorabile del suo lavoro – una circostanza, impasse, caso che trova iconico della sua pratica e che può rendere bene la natura della sua professione.

Ne potrei raccontare molte ma mi ricordo una cosa in particolare che mi consente di citare la figura intramontabile e fondamentale per il Comparto Moda della compianta storica direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani, scomparsa nel Dicembre 2016. All’epoca, ero proprietaria di un ufficio stampa a Milano che si occupava prevalentemente della promozione di giovani designer e progetti emergenti, alla base dei quali la ricerca culturale era fondamentale per la costruzione di quello che oggi possiamo chiamare storytelling di narrazione. Ogni anno avevo tra le fila dei miei clienti finalisti del concorso, ideato proprio dalla Sozzani e da AltaRoma, Who is on Next? Che ancora oggi dà la possibilità a giovani designer di affacciarsi e promuoversi in una parterre internazionale grazie ad una giuria tra le più importanti al mondo. Nel 2015 uno dei miei finalisti, che fu poi vincitore di quell’edizione, presentando la collezione proprio di fronte alla giuria, si sentì dire dalla Sozzani: “Chi è il tuo ufficio stampa?” e alla sua risposta la stessa aggiunse :”Bene, si vede che dietro c’è un grande lavoro legato all’attualità e alle problematiche di oggi. Molto bene, è questo che la moda deve continuare a fare e il tuo lavoro è fatto benissimo”. Potete immaginare mentre origliavo di soppiatto la mia gioia nel sentire quelle parole… Poi altri accadimenti ce ne sono stati ed anche di bellissimi ma sicuramente, oggi che il mio ruolo di docente prende sempre più spazio nell mia vita, posso dire ogni qualvolta un* student* si commuove dopo le mie lezioni, ringraziandomi “di aver aperto uno spazio nel mondo”. Insomma, un’emozione unica ogni volta.

5) Quali consigli si sentirebbe di dare al* Cultural Advisor del futuro?

Sicuramente di non smettere mai di porsi domande e di cercare le risposte nel mondo e nelle parole ed azioni di chi combatte ogni giorno per i nostri diritti e per le nostre libertà. Fortunatamente oggi attraverso i social network possiamo ascoltare voci eloquenti in tal senso e non si possono tappare le orecchie. Poi, di trovare il proprio posto nel mondo e di inserirsi con gentilezza nelle dinamiche professionali che possano davvero fare la differenza nel nostro mondo professionale. La Moda, così come la musica, ha una grande opportunità: quella di poter comunicare “senza confini” e di qualsiasi cosa voglia. Sarebbe un peccato continuare a sprecare occasioni. E ancora, lo ripeto: studiare, studiare, studiare e mischiare mondi e linguaggi differenti.

6) Domanda apiacere del docente : “Cosa conta di più oltre ciò che ha asserito per diventare cultural advisor? Quale altro mondo di riferimento”

Come dicevo tutti i mondi che parlino di idee, di libertà e di rivoluzione. Consiglio sempre anche a* mie* student* una cosa: scendete in piazza, combattete per le vostre idee e non crediate mai che una singola voce non possa fare la differenza.

La Moda è attivismo e tale deve continuare ad essere per espletare davvero il ruolo che deve e che merita, oserei dire.